I MONDIALI DI CALCIO
Un mese di calcio, un mese entusiasmante per chi lo ama, un mese di passione per chi lo detesta, poi molte volte ha il sopravvento una sorta di compromesso, se la nazionale italiana avanza nel torneo, anche i più scettici si uniscono all’euforia generale. Non poteva dunque mancare in occasione dell’inizio del torneo, questa volta ospitato dal Brasile, una sorta d’omaggio che dedico, sperando che l’interesse sia dei più, a scapito e mi scuso, di chi proprio il calcio non lo può digerire. Il taglio dell’omaggio vuole essere in linea con lo spirito che contraddistingue, buona parte dei lavori che qui sono ospitati. I cugini francesi che hanno visto nascere nel loro paese, sia il padre delle Olimpiadi, De Coubertin che l’ideatore e il propugnatore del campionato mondiale di calcio, quel Jules Rimet a cui fu dedicata la coppa che finì nella bacheca dei brasiliani dopo un pesante 4-1, a spese dell’Italia nei mondiali del 1970, hanno avuto la brillante idea di riesumare uno scritto d’epoca dello stesso Rimet, che narra le prime edizioni dei Mondiali.
Ho scelto quella che racconta del torneo italiano del 1934, con l’Italia in trionfo, un’Italia del ventennio, che trovava nel successo un motivo d’orgoglio, ma che non avrebbe evitato quella catastrofe che ci condusse ad una guerra irreparabile nei danni sia materiali che morali, che coinvolse tutta la nazione. Sperando che i francesi non s’accorgano, traduco e propongo questo capitolo, che racconta di una Italia lontana anni luce, di un calcio sepolto dall’atletismo e dai tatticismi esasperati di oggi, ma genitrice di un entusiasmo che ogni volta si riaccende per una successo della nostra Nazionale. Le immagini a commento sono tratte a loro volta da una pubblicazione d’epoca, realizzata dalla Federazione Italiana, due anni dopo l’evento vittorioso, le ripropongo con le didascalie del tempo. Buon calcio a tutti.
ROMA 1934
Riunito a Zurigo l’8 Ottobre 1932 il comitato esecutivo della FIFA decide che l’organizzazione della Coppa del Mondo nel 1934 sarà affidata all’Associazione Italiana. L’Associazione Italiana dispone di otto stadi.
A Roma lo stadio del PNF (Partito Nazionale Fascista) costruito nel 1927 in un’epoca in cui il football non attirava ancora le grandi folle, non offre agli spettatori che 30.000 posti. ma l’architetto prendendo ispirazione dalla tradizione ellenica, ha adottato la forma a ferro di cavallo. Questa particolarità presenta un vantaggio non previsto: si possono improvvisare delle nuove tribune riunendo i due bracci del ferro di cavallo, con una travatura trasversale. Si trovano così 15.000 posti supplementari, che portano il numero totale di posti a 45.000.
A Milano dove il football è re, lo stadio Santo Siro (così nel testo originale) è stato costruito per essere consacrato esclusivamente al gioco del calcio (pallone rotondo nel testo). la sua capienza è di 35.000 posti, ma nelle occasioni eccezionali, come una partita internazionale e a maggior ragione per una solennità come la Coppa del Mondo, si possono alzare ai quattro angoli delle nuove tribune, che assicurano all’insieme una capacità di 50.000 posti.
A Torino lo stadio Mussolini, di costruzione moderna, dotato delle sistemazioni più recenti, detiene il record italiano di capienza. Può ricevere 70.000 spettatori.
A Firenze lo stadio Berta, d’una elegante semplicità di linee può ricevere normalmente 45.000 persone, ma al bisogno, delle sistemazioni provvisorie permettono di alloggiare 10.000 spettatori in più.
A Napoli lo stadio municipale che deve essere inaugurato per la Coppa del Mondo, contiene 45.000 posti.
A Bologna lo stadio Littoriale il cui aspetto esteriore ricorda l’architettura di un circo romano, possiede delle tribune dove 50.000 persone possono sistemarsi.
A Genova lo stadio Luigi Ferraris costruito esclusivamente come San Siro di Milano per il gioco del football, è stato completamente restaurato nel 1932 e la sua capienza portata a 51.000 posti.
A Trieste in fine lo stadio Littorio, di costruzione recente, ma di cui le dimensioni non sono previste che per l’utilità delle società locali, può assicurare solo 25.000 posti.
La commissione dell’organizzazione stabilì la sua sede a Roma a l’hotel Palazzo Ambasciatori, via Vittorio Veneto, il ministero, o se si vuole il Quartier Generale della Coppa del Mondo.
I gruppi sono ora nel numero di sedici, gli appassionati del calcio hanno poi altri motivi per essere fieri della loro propaganda e del seguito cordiale che trovano tra le folle. In questo stesso anno 1934, la Federazione Internazionale festeggia il trentesimo anniversario della sua fondazione. Con la Coppa del Mondo, così fortemente ricercata, è una tripla occasione peri mostrare, con un tono di legittimo orgoglio la felice prosperità di un’opera, modestamente iniziata con la partecipazione di solo sette associazioni e il cui sviluppo si estende ora a tutto il mondo. A tutte queste celebrazioni, come alle nostra manifestazione sportiva, il governo italiano si associa con una grande cordialità. Il Duce mette gentilmente a disposizione del comitato organizzatore una coppa in bronzo di dimensioni e peso impressionante. La vittoria dell’Italia fa si che questa pesante opera d’arte non dovrà lasciare Roma e noi ne siamo contenti, perchè non avremmo saputo come trasportarla. Il Duce assiste alla maggior parte degli incontri giocati a Roma e naturalmente alla finale. Il protocollo mi pone alla sua destra. Io osservo, lui sembra seguire il gioco con una attenzione costante, senza distrazioni, ma invano io cerco, a più riprese, d’iniziare una conversazione con lui, per conoscere il suo pensiero. Altre personalità importanti s’interessano ai nostri incontri e si mostrano meno taciturni, particolarmente diversi membri della famiglia reale, il principe di Piemonte, il principe di Savoia, il duca di Spoleto, la principessa Maria di Savoia, la principessa Mafalda e la maggior parte dei ministri. Le amministrazioni pubbliche hanno per noi delicate e sostanziali premure. I giocatori, le riserve e i massaggiatori, beneficiano d’una riduzione del 70% sulle normali tariffe delle ferrovie. I membri del comitato esecutivo, e della commissione organizzatrice ricevono una carta di libera circolazione dal 20 Maggio al 12 Giugno. Le Poste emettono nove francobolli, le cui incisioni si riferiscono al calcio. Infine il Monopolio dei Tabacchi mette in vendita le sigarette “Coppa del Mondo”. Bene inteso l’Associazione italiana non omette niente per festeggiare, coccolare, divertire i suoi ospiti stranieri.
Particolare assai curioso, essa è la sola associazione tra tutte le associazioni affiliate a non contenere nel “titolo” la parola football. Le sue squadre non giocano al football, ma al “calcio” un gioco che era in auge a Firenze qualche secolo fa e di cui ha conservato il nome, pur modificando il gioco seguendo le regole dello sport organizzato. Ma ciò non impedisce minimamente di praticare il più gentile cameratismo verso quelli che sfoggiano una denominazione più moderna. Il programma prevede, tra gli incontri, una giornata di passeggiata in auto nella campagna romana ai “Castelli Romani”, verso i monti Albani. Io non ricordo i nomi delle località che attraversiamo. Io osservo solo l’aspetto un po’ selvaggio di questa contrada, più ricca mi sembra di reperti storici che di prodotti della terra.
A mezzogiorno siamo a Frascati, invitati a pranzare in un simpatico ristorante alla sommità della collina, che domina il paese e da dove la vista si estende attraverso campi e boschi fino a Roma ed anche oltre. Il menù è semplice, ma il piatto essenziale, spaghetti abbondantemente insaporiti di salsa e condimenti e abbastanza abbondanti. La passeggiata, la frescura del mattino e senza dubbio il piacere d’essere per qualche ora sollevati dai problemi, hanno messo i convitati di buon appetito. Tutti assaltano abilmente questo piatto forte, ognuno a modo suo. All’italiana, per chi lo conosce, vale a dire facendo arrotolare i “fili” di pasta attorno alla forchetta, alcuni ancora più preparati, utilizzano il cucchiaio. Infine la maggior parte rischia l’uso della forchetta, è il caso di dirlo, ma il successo di questa tecnica, è tra i più rischiosi. Quello stesso giorno all’uscita da quel pranzo io sono apostrofato da “satiro”. (Il lettore voglia attendere la fine della storia per farsi un’opinione) Il regime fascista è in quel momento all’apogeo. In un gran numero di località in sistema elettorale in uso per la designazione dei magistrati municipali (sindaci) è stato abolito ed un commissario, nominato dal governo, esercita le funzioni normalmente riservate al sindaco eletto. A Frascati questo commissario si prende la briga di salire al ristorante giusto nel momento in cui ci stiamo mettendo a tavola. E’ venuto per augurarci , nello stesso tempo, il benvenuto a nome del paese che amministra e un buon appetito per il pranzo che stiamo per degustare.
Io lo ringrazio con un piccolo discorso, che merita la sua gentilezze e per concludere l’invito a pranzare con noi. Ora ecco che all’uscita della sala uno dei miei colleghi stranieri delegato di un paese di cui preferisco tacere il nome e uomo molto galante del resto, si avvicina al gruppo che mi circonda e mi apostrofa a brucia pelo e a voce alta: “ Monsieur Rimet voi siete un satiro!”. Sconcertato e arrossendo per prima cosa cerco di controllarmi e una volta sicuro di ciò, prego il mio interlocutore di precisare la sua accusa. Avendo ascoltato il mio discorso senza capirlo, ha creduto scoprire in esso un po’ di irridente ironia. Si immagina che da buon rappresentante di una democrazia libera, io mi sia fatto beffe del commissario fascista, e vuole semplicemente dirmi che sono stato “satirico” ! La lingua francese è piena di trabocchetti, e non è da meravigliarsi che lo straniero ci sia caduto.
Uno spettacolo teatrale ben costruito
Il 27 Maggio entrano in lizza per gli ottavi di finale:
A Roma Italia-Stati Uniti. L’Italia s’impone senza “sforzare” il suo talento per 7 reti a una.
A Trieste Cecoslovacchia e Romania. Incontro equilibrato che termina con la vittoria della Cecoslovacchia (2 reti a 1)
A Firenze Germania e Belgio. La Germania utilizzando il nuovo “sistema” domina nettamente il Belgio (5 reti a 2)
A Torino Austria e Francia. La notorietà del “Wunderteam” austriaco non impressiona la squadra francese che fornisce un gioco di buona fattura e non è battuta che per 3 reti a 2.
A Genova Spagna e Brasile. Con un’azione più virtuosa, ma con una tattica primitiva, il Brasile subisce la legge di una squadra che con una scelta giudiziosa la batte per 3 reti a 1.
A Milano Olanda e Svizzera. Le due squadre si presentano con una stima di valori identica. Il gioco poco scorrevole ma interessante si conclude con un punteggio di 3 a 2 a favore della Svizzera.
A Bologna Svezia e Argentina. E’ uno degli incontri tra i più allettanti della giornata perché mette a confronto due squadre di stile e di temperamento molto differenti. La marcatura delle reti è alterna e infine la Svezia s’impone 3 reti a 2.
A Napoli l’incontro Ungheria – Egitto evoca il ricordo dei Giochi Olimpici del 1924 a Parigi, dove l’Egitto superò l’Ungheria per 3 a 0. Questa volta la sorte è in favore dell’Ungheria che ha ragione dell’Egitto per 4 a 2.
Dopo questa giornata, il gruppo dei concorrenti, ridotto di metà, per giocare i quarti di finale il 31 Maggio, si compone di solo otto squadre: Germania, Austria, Spagna, Ungheria, Italia, Svezia, Svizzera e Cecoslovacchia. I quattro incontri si accoppiano come segue:
A Milano Germania e Svezia. Il gioco è quello che si può attendere da due squadre così stimate. La Germania si mostra la migliore e la Svezia non riesce a salvare l’onore che marcando una rete negli ultimi minuti. La Germania ne aveva segnati due.
A Torino Cecoslovacchia e Svizzera. La tattica vivace e solida della squadra Svizzera, che gli ha permesso di battere l’Olanda al primo turno, non ha lo stesso successo contro la squadra ceca, più tecnica e metodica che si assicura la vittoria per 3 reti a 2.
A Bologna Austria e Ungheria: Quest’incontro è un regalo per gli appassionati del bel gioco: La squadra ungherese aggressiva e volenterosa, si arena davanti alla squadra austriaca più abile e calma che la spunta per 2 reti a 1.
A Firenze Italia e Spagna. Dopo i tempi regolamentari e i supplementari le due squadre, contano entrambe una rete a favore. Questo risultato nullo, costringe l’organizzazione, a rinviarle l’indomani per un nuovo incontro.
La qualità del gioco, in questa seconda prova risente della fatica dei giocatori che il giorno prima, hanno tenuto il terreno per centoventi minuti. Entrambe, sia l’una che l’altra squadra sono ricorse a dei cambi (sette per la Spagna, quattro per l’Italia). Un alternarsi di debolezza ad un eccessivo nervosismo, si contrappongono faticosamente con la raffinatezza e la virtuosità che i nostri vicini di Roma e di Madrid hanno mostrato il giorno prima.
Alla fine l’Italia la spunta per 1 rete a 0. Tutto sommato la minima differenza dello scarto attesta che il vincitore e lo sconfitto sono di valore sensibilmente uguale. Il destino, che si pretende cieco, ha al contrario dato prova di chiaroveggenza, chiamandole ad affrontarsi. Il “dramma” mondiale della Coppa di calcio, ha una trama ben costruita in cui l’interesse accresce, quanto più la conclusione si avvicina.
La battaglia pacifica dello stadio di Roma
Eccoci al penultimo atto, alle semifinali che saranno disputate, dai quattro vincitori del turno precedente: Germania, Austria, Italia, Cecoslovacchia.
A Roma il 3 Giugno con il Signor Barlassina (Italia) come arbitro, c’è l’incontro Germania – Cecoslovacchia. Contrariamente alle nostre attese gli spettatori non superano che una metà della capienza. L’Italia non è in gioco e i romani conservano il loro entusiasmo per la finale, dove essi non hanno dubbi, la loro squadra giocherà un ruolo di primo piano. Il gioco della squadra tedesca sorprende e delude. Manca di quel dinamismo di quella volontà che dovrebbe sempre esaltarsi nella misura in cui l’obbiettivo si avvicina. Secondo l’espressione di un giornalista, è una dimostrazione accademica. La squadra ceca si dimostra sempre uguale a se stessa, forte e sicura, gli occhi sempre fissi sul punteggio e non lasciano passare occasione per migliorarlo. L’incontro si conclude con la loro vittoria 3 reti contro 1.
A Milano il Signor Ecklind (Svezia) arbitra l’incontro Italia – Austria. Record di pubblico e d’incasso. La squadra italiana è in buona forma dall’inizio del torneo e i suoi tifosi appassionati sono venuti in massa per incoraggiarla a proseguire il suo sforzo sino alla vittoria. Il suo avversario, beneficia dall’inizio del torneo di un pronostico favorevole che giustifica il suo accesso fino alle semifinali. Questo incontro è uno dei “clou” della competizione, un incontro molto bello, dove la qualità del gioco appare degna del valore degli sfidanti e dove la vittoria sorriderà al migliore: l’Italia che supera l’Austria per 1 rete a 0.
Prima di alzare il sipario dell’ultimo atto per la finale, da dove usciranno, in una moderna apoteosi i paesi campioni del Mondo, si da a Napoli, un intermezzo, l’incontro di piazzamento per il terzo e quarto posto. Questa prova mette alle prese, sotto l’arbitraggio del Signor Carraro (Italia) le squadre di Germania ed Austria. Incontro senza storia tra due squadre senza entusiasmo, rassegnate a figurare se non in secondo piano e che termina con la vittoria della Germania per 3 reti contro 2.
Il sole d’Italia si alza finalmente per il giorno in cui una delle cinquanta nazionali affiliate alla Federazione Internazionale, si vedrà assegnare al termine di una prova suprema la Coppa del mondo di calcio, con il titolo di campione. Non c’è nessun altro sport dove, il valore del titolo possa vantare il primato su un così gran numero di rivali selezionati in tutte le parti del globo. Questo l’interesse e la curiosità di chi va a Roma, pieno d’ansia, che mobilita una folla immensa per questo incontro Cecoslovacchia – Italia che sarà diretto dall’arbitro svedese Signor Ecklind.
Una moltitudine attirata da ogni parte del mondo, per l’incanto del bel gioco e per diffonderne ancora la fama. Nella tribuna appositamente allestita per la stampa hanno preso posto 277 giornalisti. Una società italiana di radiodiffusione ha organizzato un servizio di “staffetta” con società simili delle principali capitali, in modo che la “voce delle onde” spargerà per tutta la terra il racconto della battaglia pacifica dello stadio di Roma.
Infine questo 10 Giugno in occasione di questa solennità a cui assistono il capo del Governo italiano, i suoi ministri, e diversi membri della famiglia reale, si vede per la prima volta sventolare in mezzo alle bandiere delle nazioni partecipanti, la bandiera della Federazione Internazionale di calcio, ornata nel centro, dei due emisferi della terra simboli del suo impero.
Si direbbe che la partita è stata programmata, come un’attrazione, per il più intenso piacere degli spettatori. E’ un susseguirsi di attacchi cechi talvolta pericolosi, ma sempre soffocati e di risposte che falliscono prima di arrivare davanti alla rete avversaria. I cechi più metodici e gli italiani più impetuosi danno veramente l’immagine di quello che può essere il calcio portato alla sua perfezione. Gli uni e gli altri ci mettono tutta la loro abilità, ma mancano spesso di audacia: l’importanza della posta gli impedisce di lasciarsi andare a quei “tocchi” che sono talvolta colpi di “maestria”.
Si curano e attendono la buona occasione. Ecco che questa evenienza si presenta infine per la Cecoslovacchia: essa mette a segno una rete nel corso del secondo tempo: La fine si avvicina e il risultato sembra acquisito, quando qualche minuto prima del fischio finale, l’Italia segna a sua volta. L’incontro è in pareggio.
Ma serve un vincitore. La Coppa non si divide, e la possibilità è prevista dal regolamento: si giocheranno i supplementari. E’ nel corso dei supplementari, gratuiti per gli spettatori , ma duri per i muscoli e i nervi dei giocatori, che segnando un secondo punto la squadra italiana solleva, gli applausi d’una folla entusiasta e per la gioia sportiva del suo paese, il titolo di campioni del mondo.
Il giorno dopo l’11 Giugno la FIFA offre un pranzo di ringraziamento alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Tutti le autorità dell’associazione italiana, il generale Vaccaro, presidente l’avvocato Giovanni Mauro, vice presidente, l’ingegner Ottorino Barassi, segretario, sono presenti accompagnati dai loro collaboratori.
Noi non siamo qui ad apprezzare, nel generale Vaccaro il personaggio politico, ma lo sportivo che ci appartiene si. Noi abbiamo il dovere di dire che egli è stato per l’associazione italiana un presidente prestigioso e che tutti quelli che sono stati in relazione con lui, nelle sue funzioni, gli devono testimoniare la loro simpatia. Io tengo a sottolineare, di lui la gentilezza che non dimenticherò mai. Dopo la finale della Coppa, gli italiani, dai più umili degli spettatori, fino al capo del governo, si lasciano andare interamente alla gioia per la vittoria riportata dalla squadra azzurra. Io e i miei amici della Federazione ci troviamo isolati nella folla, Noi non domandavamo niente di meglio che assistere alla festa come ospiti neutrali, ma nessuno viene ad invitarci. Abbastanza perplessi stiamo per ritirarci, quando il generale Vaccaro ci scorge.
Si dirige immediatamente verso il nostro piccolo gruppo e con la più gentile semplicità ci invita ad andare a cena con lui a Ostia in riva al mare. Noi ci accomodiamo nella sua vettura. L’autostrada da Roma ad Ostia, prevede qualche curva “tremenda” ed il generale, conducente stimato, è senza dubbio contento di mostrare la sua capacità. Alla prima curva presa ad una velocità folle il mio amico Seeldrayers, che è mio vicino sul sedile, mi mette a parte della sua inquietudine. Io non sono più tranquillo di lui, ma possiamo pregare, decorosamente il nostro conduttore di rallentare? Durante i trenta o quaranta minuti che dura questa corsa vertiginosa noi stiamo a denti stretti nell’attesa di una catastrofe.
Tuttavia il pasto in un grazioso ristorante della spiaggia di Ostia, è eccellente e molto (ga…). Molto capace, presidente dell’associazione italiana, il generale Vaccaro ha avuto per la preparazione della Coppa dei collaboratori di prim’ordine, particolarmente i suoi compatrioti G. Mauro e Ottorino Barassi e il dottor Schricker, della Federazione internazionale. La qualità pecuniaria del dottor Schricker è la bontà, una bontà che non sa rifiutare niente. Si può, per lui, invocare una frase di un autore celebre: “La forma della sua bocca non gli permette di dire di no”. Questa benevolenza che per assurdo gli è valsa degli errori, ma gli ha assicura la stima amichevole di tutti quelli che fanno caso alla dedizione verso il lavoro svolto ed alla fedeltà della parola data. La seconda edizione della Coppa del mondo appartiene ormai al passato. La gloria dei campioni è effimera, e il pegno immortale della vittoria è presto desiderato da altri. Come l’atleta in una corsa di staffetta, s’appresta, compiuto il suo percorso, a passare il testimone all’atleta che lo segue, allo stesso modo l’Associazione italiana, compiuta la sua prodezza e raccolti gli allori, deve pensare adesso che nel 1938 dovrà essa stessa inchinarsi davanti ad un altro trionfatore e passargli la Coppa. Si questo è quello che deve pensare, a meno che non nutra il sogno audace di riconquistarla subito essa stessa, per una nuova vittoria….
IL TABELLONE DEL TORNEO CON GLI INCASSI DI OGNI PARTITA