La Cascina Melli si trova a Rogoredo, frazione di Casatenovo, al confine con il comune di Usmate Velate, conosciuta con il nome di “California” o “Californina”. Il soprannome venne dato dagli abitanti di Rogoredo essendo la zona molto distante dal centro del paese. La Cascina deve invece il suo nome alla famiglia Melli, fu Giovanni Melli figlio di Lucio ad edificarla nella seconda metà dell’Ottocento. I Melli, una famiglia molto ricca che a quel tempo possedeva a Rogoredo la Corte della Chiesa e i rustici annessi. La loro casa nobiliare, poi conosciuta come Villa Maria, nel 1874, insieme al resto dei loro beni, confluì nei possedimenti della famiglia Boringhieri.
L’agrimensore Carlo Antonio Arosio, a metà Settecento, per completare il censimento noto come “Catasto Teresiano”, nel registrare : “li fondi di seconda stazione in campagna…” di Velate, indica la “Cassina detta il Mongorio” e la “Cassina detta il Mongorieto”, come “case da massaro in conto di lavorerio” che risultano di proprietà di Don Pallavicino Gio.
Le due località faranno parte, come le altre proprietà brianzole di Giovanni Parravicino (discendente del Gio. di metà Settecento), del pacchetto finito all’asta nel 1801 e acquisite da Carlo Sanchioli. Il Sanchioli attuerà quasi subito dopo l’acquisto uno scambio con i Landriani, che cederanno al primo proprietà nel pavese, dove il Sanchioli abitava. Nel 1802 in veste di procuratore dei Belgiojoso-Giulini, Carlo Ambrogio Pozzi rileva la proprietà per la cifra di 92600 lire, passaggio formalizzato poi nel 1806. Lo stesso Pozzi, nella sua mansione, di procuratore della nobile famiglia, aveva partecipato senza successo all’asta istituita per alienare tutti i beni posseduti da Gio. Pallavicino in Brianza.
Il Mongorio era stato dapprima nella disponibilità degli Albrizzi, in cui figurava quell’Albrizio degli Albrizzi, citato nel processo intentato contro Gian Paolo Osio ad inizio Seicento, per la vicenda legata alla “Monaca di Monza”. Andando al 1575, la località è indicata come Mongoiro, il Mongorietto, non esiste ancora, la cascina è abitata dal massaro Batta Callono, con la famiglia. Nel 1597 il luogo si è decisamente ampliato, nella cascina, questa volta nominata Mongodio, abita una famiglia più numerosa di quella del 1575, la proprietà e ancora nelle mani del “signor senator Albrisio”. La novità, nella presenza di una seconda abitazione indicata come “Altro Mongodio di sopra”, che in seguito sarà indicato come Mongorietto.
Segnaliamo la lunga controversia che coinvolse il Mongorio con la vicina Cascina Tamburina, ovvero i proprietari delle due cascine; i Parravicino e le Reverende Madri del monastero di Santa Margherita in Monza. Una diatriba, che dall’inizio del Settecento si concluderà nel 1714, attraverso un patto tra le parti. L’accordo prevedeva che gli abitanti delle cascine, di proprietà del Parravicino, potessero usufruire del passaggio, che attraversava la possessione delle monache e raggiungere Velate, in un percorso diretto, in cambio dell’approvvigionamento idrico, permesso agli abitanti della Tamburina, che potevano così accedere al pozzo del Mongorio.