TUTTI INVESTIGATORI… CON SCOPRILABRIANZATUTTOATTACCATO

TUTTI INVESTIGATORI… CON SCOPRILABRIANZATUTTOATTACCATO

AGGIORNAMENTI

Alla luce di successive ricerche e studi, si è confermato che in origine la Madonna rappresentata all’interno dell’oratorio, non fosse quella del Carmelo. Con buone probabilità si trattava della raffigurazione della Beata Vergine, come molti documenti testimoniano. In particolare la scoperta dei due ex voto che provengono dalla spoliazione della chiesette, dopo che nel 1957 questa fu donata dalla signora Giuseppina Borghi, maritata Belgir, alla Parrocchia di Velate. Sulle due tavolette è ripetuta la figura della Vergine, che aveva procurato i miracoli, descritti sui quadretti.

Per una completa documentazione rimando agli articoli:

Qualcosa di nuovo sulla Madonna del Dosso di Velate

Gli Oratori del Masciocco e del Dosso di Velate nel testamento di Francesco Croce

L’Oratorio del Dosso di Velate

La visita pastorale del 1856

La Madonna del Dosso di Velate, miracoli o eresia

 

QUALE MADONNA SI CELA DIETRO LA VERGINE DEL CARMINE DEL DOSSO DI VELATE?

Nell’attesa di continuare con la vicenda dello “Sciagurato Egidio”, vorrei nel frattempo ritornare e dare spazio a chiunque ne abbia cognizione, per aggiungere informazioni ad un argomento trattato nel primo articolo, quello sulla chiesetta del Dosso di Velate.

Altare chiesa del Dosso di Velate, Madonna del Carmine
(foto scoprilabrianzatuttoattaccato)

La scelta di usare il mezzo del “blog”, per queste minime divulgazioni storico-culturali, è stata, giust’appunto preferita per dialogare, con chi condivide gli stessi interessi e grazie al cui apporto, si può aggiungere sostanza alle “cose” trattate. Nell’articolo in questione, si è parlato del tentativo di riportare una certa ortodossia nelle pratiche religiose, che si svolgevano nei pressi della futura prima, ed eretta poi, chiesa del Dosso, nell’800. Gli interventi dei due vescovi di Milano, Gaisruck e Romilli sono emblematici. Il Gaisruck parlava di una parete diroccata su cui sopravviveva una sbiadita immagine della Maria Vergine, ora questo particolare mi ha incuriosito, perché l’immagine della Madonna poteva essere fonte di preoccupazione per le autorità ecclesiali? La frequentazione del luogo da parte di donne, anche in ore notturne, nascondeva forse inenarrabili mercificazioni delle stesse? A questo punto mi rivolgo agli “investigatori” e penso in particolare a persone che abbiamo conoscenze per via diretta o per averne raccolto notizia delle cose che i vecchi erano soliti raccontare, in un passato sempre meno prossimo, sugli usi e costumi, in cui mischiavano, senza nessun imbarazzo, le cose divine con quelle prosaiche di tutti i giorni e che erano  condite poi, con quel tocco  di superstizione, retaggio ancora più antico, che serviva a completare un quadro di umanità genuina. Questi investigatori, appunto, li immagino prossimi all’area geografica che volge verso il Casatese, in particolare Campofiorenzo e Galgiana, dove abbiamo notizia provenissero, anche in anni abbastanza recenti, i fedeli più legati alla chiesetta del Dosso.

  Le domande a cui dare una risposta sono dunque:
  Quale effigie della Madonna, se pur sbiadita, insisteva sulla parete diroccata?
  Quale era la condizione e la ragione per cui le donne accorrevano per chiedere “grazia” alla Madonna?

 Ho raccolto qualche indizio stuzzicante è cerco le conferme necessarie. Era forse la Madonna del Latte quella effigiata al Dosso? Le donne che accorrevano facevano parte di quell’umanità che allora come oggi, con mezzi evidentemente differenti, credono e cercano la maternità? Erano donne che volgevano un ringraziamento per un parto difficile, da cui erano uscite, o che chiedevano l’intercessione perché potessero diventare madri o non perdessero quella che era una prerogativa, un tempo irrinunciabile, di ogni puerpera, e cioè poter allattare a sufficienza, la prole generata? Ci sono notizie certe, che in Brianza, il culto della Madonna del Latte fosse ben radicato e che a partire dai tempi di San Carlo Borromeo tale devozione, legata alla rappresentazione della Madonna, che a seno scoperto allatta Gesù, fosse diventata per questo, sconveniente, da qui il tentativo di “nascondere” questa Madonna e dirigere la venerazione verso rappresentazioni meno materiali e più eteree. Numerosi i casi,  nei secoli a partire dal seicento, di cambio, in molti luoghi, della dedicazioni dalla Madonna del Latte, ad altre più “neutre”.  Diverse Madonne del Carmine hanno avuto questa origine. Una curiosità, abbiamo notizia che a Galgiana nel 1500 ci fosse nella chiesa una reliquia che conteneva addirittura il latte della Madonna, un esempio della diffusione sul territorio di tale culto.

Madonna del Latte e santi – Simone Peterzano, 1580 circa-
S. Maria del Carrobiolo Monza
(foto scoprilabrianzatuttoattaccato)

Una rappresentazione iconografica della Madonna del Latte ci conduce in Monza nella chiesa di Santa Maria del Carrobiolo, dove troviamo una pittura di Simone Peterzano, maestro del Caravaggio, al centro della querelle, di qualche mese fa, sulla paternità di una serie cospicua di disegni, custoditi presso il Castello Sforzesco di Milano e da alcuni studiosi attribuiti al Caravaggio, durante il suo apprendistato nella bottega del Peterzano. Una rappresentazione questa, che rispetta i canoni dell’epoca borromaica. Rinnovo, a questo punto, l’invito a tutti i lettori di questo blog, a fornire, nella più assoluta semplicità ogni informazione o anche “sentito dire” che possa confermare le ipotesi espresse. Allo stesso modo saranno apprezzate le smentite, qualora i motivi di tanta devozione al Dosso fossero diversi da quelli verso cui abbiamo rivolto l’attenzione. Utilizzate lo spazio “Lascia un Commento”, per trasmettere le vostre preziose informazioni. Serviranno, assieme al materiale che ho ancora in serbo, ad arricchire questo aspetto “sconosciuto”, che desidero esporre con più completezza di quanto abbia ora introdotto.